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Apparecchi acustici e prevenzione delle cadute: cosa dice la ricerca

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Non possiamo affermare che un apparecchio acustico prevenga le cadute, ma le evidenze suggeriscono che può rappresentare un supporto rilevante all’interno della salute globale e della riduzione del rischio.

Negli ultimi anni diversi studi hanno mostrato un collegamento interessante: l’udito non influenza solo la comunicazione, ma anche l’equilibrio, l’orientamento spaziale e, in alcuni casi, il rischio di cadute.

Un trattamento uditivo ben eseguito, che comprende valutazione, fitting accurato e un uso costante del dispositivo, può contribuire a migliorare la consapevolezza dell’ambiente e la stabilità posturale.

1. Udito ed equilibrio: un circuito che lavora in squadra

La perdita uditiva non riduce soltanto la percezione dei suoni: modifica il modo in cui il cervello distribuisce l’attenzione tra le varie funzioni sensoriali.

Quando l’ascolto diventa faticoso, una parte significativa delle risorse cognitive viene assorbita dall’interpretazione dell’ambiente sonoro: meno margine, quindi, per mantenere stabilità posturale, orientamento e reattività.

Le ricerche più recenti suggeriscono che una perdita uditiva non trattata può:

  • aumentare lo sforzo cognitivo;

  • ridurre la consapevolezza dell’ambiente;

  • rallentare la risposta ai segnali sonori di allerta;

  • influenzare equilibrio e orientamento nello spazio.

Per molti adulti, soprattutto sopra i 60 anni, questi elementi possono fare la differenza nella vita quotidiana.

2. Apparecchi acustici e cadute: cosa suggeriscono gli studi

La letteratura scientifica non è ancora definitiva, ma alcune tendenze emergono con coerenza: chi utilizza apparecchi acustici in modo regolare presenta, in più studi indipendenti, un minor numero di episodi di caduta rispetto a chi ha una perdita uditiva non trattata.

Fra gli aspetti più rilevanti:

  • in diversi studi osservazionali su adulti over-60, l’uso costante dell’apparecchio è associato a minori incidenti da caduta;

  • il trattamento uditivo migliora la qualità dell’informazione sonora, aiutando il cervello a ricostruire meglio la scena acustica e quindi lo spazio circostante;

  • alcuni lavori mostrano un miglioramento nella velocità di cammino e nella stabilità posturale, entrambi indicatori considerati predittivi di rischio;

  • la riduzione dello sforzo di ascolto può liberare risorse cognitive utili per mantenere equilibrio e attenzione motoria.

Non si parla di una relazione causa-effetto garantita, ma di un quadro che sta diventando sempre più interessante per chi lavora nella riabilitazione uditiva.

3. Cosa significa per l’audioprotesista

L’idea che l’udito possa influenzare la stabilità apre uno scenario più ampio per la professione: la riabilitazione acustica non riguarda solo la comunicazione, ma il benessere globale.

In concreto, per l’audioprotesista questo significa:

  • affrontare il tema dell’udito anche in chiave salute e sicurezza;

  • riconoscere che un fitting ben calibrato può fornire al cervello informazioni sensoriali più chiare e meno faticose;

  • integrare, quando opportuno, una riflessione sul rischio di cadute nelle conversazioni con pazienti fragili o con comorbidità;

  • valorizzare l’impatto cognitivo dell’ascolto: meno fatica = più risorse disponibili per muoversi, reagire, orientarsi.

Non si tratta di cambiare la pratica clinica, ma di aggiungere uno sguardo in più: un ascolto efficace può diventare un tassello del più ampio puzzle della salute nella vita quotidiana.

4. Prudenza, rigore e comunicazione chiara

Nonostante le indicazioni promettenti, alcune precisazioni sono indispensabili:

  • gli studi disponibili mostrano associazioni, non prove di causalità;

  • le cadute sono eventi multifattoriali: visione, muscolatura, farmaci, patologie sistemiche, ambiente;

  • un apparecchio acustico, da solo, non sostituisce una valutazione medica specialistica né un percorso di fisioterapia o riabilitazione motoria;

  • la variabilità individuale è alta: i benefici sono possibili, ma non garantiti.

Proprio per questo, il ruolo dell’audioprotesista rimane centrale: informare senza creare aspettative sbagliate, valorizzare i potenziali effetti positivi senza promettere ciò che la scienza non ha ancora dimostrato pienamente.

A oggi, il legame tra udito trattato e migliore stabilità rappresenta una frontiera interessante della ricerca. Non una soluzione miracolosa, ma un elemento che aiuta a comprendere sempre più quanto la salute uditiva sia intrecciata alla vita quotidiana delle persone: movimento, attenzione, sicurezza, autonomia.

Ed è su questo terreno, fatto di dettagli clinici, ascolto attivo e personalizzazione, che il lavoro dell’audioprotesista continua ad avere un valore decisivo, dentro e fuori il centro acustico.

Fonti

  • The Lancet Public Health – studi su udito, mobilità e rischio di cadute.
  • JAMA Otolaryngology–Head & Neck Surgery – ricerche su ipoacusia, cognizione ed equilibrio.
  • Journal of the American Geriatrics Society – analisi epidemiologiche su cadute e deficit sensoriali.
  • National Institutes of Health (NIH) – dati su invecchiamento e funzioni sensoriali.

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Valentina Rossi
In CRAI si occupa di Marketing, con oltre 15 anni di esperienza nel settore audioprotesico. Cura la comunicazione e la valorizzazione del brand con un approccio orientato alla chiarezza e all’utilità dei contenuti.
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