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Perdita vestibolare e  demenza: sveliamo la connessione

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Ricerche recenti hanno evidenziato l'associazione tra deficit uditivo e rischio di demenza. I risultati di questo studio sono stati pubblicati su Scientific Reports.

Uno studio condotto dal team della Korea University College of Medicine ha ulteriormente contribuito a questa crescente evidenza, sottolineando l'importanza dell'eventuale impatto della perdita vestibolare sul rischio di demenza. 

La demenza è caratterizzata da difficoltà nel giudizio, linguaggio, memoria, umore, comportamento sociale e risoluzione dei problemi. D'altro canto, il sistema vestibolare svolge un ruolo cruciale nel discernere i movimenti della testa e l'allineamento spaziale, aiutando diverse specie, compresi gli esseri umani, a mantenere l'equilibrio.

Risultati precedenti suggeriscono che il coinvolgimento del sistema vestibolare nel processo visuospaziale possa svolgere un ruolo chiave nel guidare il funzionamento cognitivo. Sia negli animali che negli esseri umani, problemi legati al funzionamento esecutivo, alla memoria, alla velocità di elaborazione e all'impairment della cognizione spaziale sono stati collegati alla vestibolopatia bilaterale. Inoltre, individui con compromissione cognitiva tendono a presentare una maggiore prevalenza di disturbi vestibolari.

I dettagli dello studio

Questo ampio studio ha analizzato dati di 2.347.610 adulti coreani compresi tra i 40 e gli 80 anni. Il team di ricerca ha tratto questi dati dal database del Korean National Health Insurance Service, relativo al periodo 2002-2019.

All'interno del campione di studio, 2.145.609 individui (età media: 53,29 anni), rappresentativi della popolazione generale, non presentavano né perdita uditiva né compromissione vestibolare. Altri 141.476 individui (età media: 58,52 anni) avevano perdita uditiva, mentre 60.525 individui (età media: 58,26 anni) soffrivano di perdita vestibolare.

Tra l'intera popolazione di studio, 127.081 (5,9%) individui hanno ricevuto diagnosi di demenza. In particolare, 16.116 di coloro con perdita uditiva (11,4%) e 7.705 di coloro con perdita vestibolare (12,7%) hanno sviluppato demenza.

Questi risultati, che indicano un possibile aumento del rischio di demenza a causa della perdita vestibolare, sono coerenti con i risultati di almeno altri cinque studi condotti tra il 2013 e il 2022.

Nonostante l'attuale evidenza indichi un'associazione tra perdita vestibolare e demenza, non è ancora stato stabilito un rapporto causale. Le ipotesi sulle possibili cause includono atrofia cerebrale derivante da ridotto input vestibolare al cervello, isolamento sociale dovuto a preoccupazioni sulla sicurezza, in particolare la paura di cadere, nei soggetti con perdita vestibolare, e la neurodegenerazione con implicazioni sia per la perdita vestibolare che per la perdita cognitiva.

I limiti dello studio

I ricercatori di questo studio mettono in guardia sul fatto che esso presenti diverse limitazioni, tra cui:

  • l'eventuale esclusione di pazienti con perdita vestibolare a causa di specifici parametri per l'inclusione nel gruppo di perdita vestibolare;
  • l'assenza di dati sulla durata della malattia o sulla gravità dei sintomi;
  • possibili errori o omissioni nei dati a causa dell'uso di dati delle richieste di rimborso assicurativo originariamente organizzati per fini di rimborso anziché di ricerca.

Inoltre, i ricercatori notano che periodi di washout variabili tra questo studio e altri su questo argomento, molti dei quali inferiori a tre anni, costituiscono un'ulteriore limitazione.

 

Nonostante le doverose cautele e i limiti dello studio, disponiamo comunque una solida base per ulteriori ricerche in questo settore. Il team di ricerca suggerisce che future indagini potrebbero concentrarsi sulla durata e sulla gravità dei sintomi della perdita vestibolare e, soprattutto, sull'effetto che il trattamento vestibolare potrebbe avere sulla cognizione.

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Cristina Corrado
Laureata in Lingue alla SSLMIT di Trieste e responsabile export in CRAI, da oltre 10 anni si occupa di event planning, customer care e formazione, con un occhio sempre attento allo scenario internazionale.
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