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Un miliardo di giovani rischia l’udito, colpa anche della musica alta

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È la normalità: vedere i nostri giovani camminare per strada o seduti in metro con le cuffie incollate alle orecchie è scena comune del nostro quotidiano. Il problema è che la musica a tutto volume sparata nelle orecchie fa male all’udito, così come fa male il bombardamento di suoni lanciato dalle casse in discoteca.

E tutto diventa ancora più dannoso per chi vive in zone con elevato inquinamento acustico. Uno studio pubblicato sul British Medical Journal Global Health stima che più un miliardo di adolescenti e giovani adulti siano a rischio di perdere l’udito.

Una parte della colpa è anche del rumore di fondo a cui ci si espone quotidianamente. La quota di decibel extra consentita per non registrare danni dipende anche dal livello di partenza: per esempio, chi è esposto a un rumore di 80 decibel (la soglia di sicurezza massima) per 8 ore al giorno (come chiunque viva o lavori vicino ad una strada trafficata) può permettersi di ascoltare la sua playlist preferita a 92 decibel solo per 2 ore e mezza al giorno, oppure a 98 decibel per 38 minuti, o a 101 decibel per 19 minuti. Se va oltre, danneggia l’udito.

Nella realtà dei fatti la maggior parte degli adolescenti o dei giovani adulti porta il volume delle cuffiette fino a 105 decibel, mentre, nelle discoteche, la musica va dai 104 ai 112 decibel. In questi casi si rischia di andare incontro a un deficit dell’udito anche se l’esposizione avviene per brevi periodi di tempo. 

I ricercatori hanno raccolto i risultati di 33 studi condotti in quattro Paesi: Inghilterra, Francia, Spagna e Russia per un totale di 19mila partecipanti con età compresa tra i 12 e i 34 anni, ai quali è stato chiesto di indicare il livello di volume abituale dei dispositivi di ascolto e il tempo di utilizzo. In base alle risposte del campione, gli scienziati hanno stimato quanti altri individui di quella fascia di età e con le stesse caratteristiche nel mondo potessero avere le stesse abitudini. 

Dall’analisi dei dati raccolti tra adolescenti e giovani adulti, è emerso che le pratiche di ascolto non sicure dovute all’uso di cuffie e auricolari o alla frequentazione di locali dove si mette musica ad alto volume raggiungono la prevalenza, rispettivamente, del 24% e del 48%.

Da qui, rapportando i dati a quelli della popolazione mondiale, deriva che il numero di giovani potenzialmente a rischio di perdita dell'udito varia da 0,67 a 1,35 miliardi.

Le stime dei ricercatori, pur presentando alcuni limiti, sono tuttavia indicative dell’esistenza di un reale pericolo di salute pubblica che deve essere affrontato urgentemente, con misure dedicate da parte dei governi, delle industrie e della società civile mirate a promuovere pratiche di ascolto sicure.

In sintesi, è ovviamente indispensabile prestare massima attenzione al livello di volume di suoni e musica ai quali ci sottoponiamo volontariamente; ma è anche necessario avere cura di abbassare l'esposizione del sistema uditivo agli stimoli eccessivi e dannosi del "rumore di fondo".

L'utilizzo di otoprotettori per il lavoro, le attività sportive e lo studio (come quelli delle linee Blok, Off Shot e Silent) è decisamente un grande supporto per la salvaguardia del nostro udito!

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Cristina Corrado
Laureata in Lingue alla SSLMIT di Trieste e responsabile export in CRAI, da oltre 10 anni si occupa di event planning, customer care e formazione, con un occhio sempre attento allo scenario internazionale.
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