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Chi è stato il primo Audioprotesista in Italia?

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La prima figura professionale in Italia che possiamo assimilare in qualche modo all’attuale Audioprotesista, la troviamo nella Milano del 1926.

In quell’anno, un’azienda importatrice di prodotti sanitari - la Wolmut - iniziò a commercializzare le prime protesi uditive prodotte dalla tedesca Siemens & Halske AG.
L’allora moderna protesi era in sostanza un amplificatore a granuli di carbone con un microfono in grafite, alimentati da diverse pile, che l’utilizzatore portava appese ad un’apposita cintura a causa del loro peso e ingombro. L’efficacia non era granché, ma erano l’unica soluzione alla sordità dopo l’antico cornetto acustico e le vendite furono subito numerose.

È qui che entrò in gioco il precursore dell’Audioprotesista: il primo venditore di apparecchi acustici per conto della Wolmut fu un commerciante di medicinali di nome Secondo Vacca. Siamo nei primi anni ’30 quando altri venditori iniziarono a seguire il suo esempio tra Milano e Genova; altri nomi di cui si ha notizia, oltre al già citato Vacca, sono Abbiati e Moise, nel capoluogo lombardo, oltre a Benvenuto e Stange, a Genova.

Nel dopoguerra, il settore fu oggetto di una vera e propria riorganizzazione su ampia scala, con più mezzi e personale. I protagonisti furono Otello Giovacchini, primo importatore degli apparecchi Mercury in Italia ed Enrico Buchwald, fondatore di Maico Italia. In quel periodo storico, Maico USA e Mercury erano le maggiori aziende produttrici di apparecchiature acustiche.

È in questo momento che irruppe una nuova figura sulla scena italiana: il giovane maggiore Charles Algernon Holland, laureato in Ingegneria Elettronica in Inghilterra e a capo dell’Ufficio delle Telecomunicazioni del Governo Militare Alleato, con il compito di assegnare il maggior numero possibile di linee telefoniche alle industrie per favorire la ricostruzione del Paese. Questo ruolo gli permise di conoscere un ambiente stimolante e operoso, dove trovava spazio lo spirito d’iniziativa. Per questo, al termine del conflitto, si stabilì proprio in Italia per introdurre sul mercato gli apparecchi acustici, che all’estero cominciavano già ad essere molto diffusi.

Holland reclutò venditori, offrendo loro uno stipendio interessante per l'epoca e chiedendo in cambio la disponibilità a spostarsi in tutta Italia, partendo da Milano, per vendere protesi acustiche e audiometri. Questi dispositivi vennero inizialmente importati e successivamente prodotti dalla Elit Elettronica Italiana, un'azienda di proprietà dello stesso Holland. Questo approccio innovativo alle vendite permise all'azienda di espandere la sua portata e distribuire i suoi prodotti in tutto il paese.

Le tariffe doganali protezionistiche molto elevate sui componenti di fabbricazione estera fecero sì che le protesi acustiche Elit non avessero lunga vita, in quanto il prezzo risultava davvero poco competitivo. Tuttavia, il fatto che la commercializzazione di protesi acustiche fosse un’impresa da pionieri non scoraggiò Holland, anzi probabilmente ne stimolò lo spirito imprenditoriale, in quanto nel 1950 - a soli tre anni dalla fondazione della Elit - creò Amplifon, un’azienda totalmente italiana e autonoma.

In epoca più recente, precisamente nel 1982, Tiziano Gnocco e Sandra Suman fondarono CRAI, ad oggi l'unica azienda totalmente italiana a produrre endoauricolari made in Italy. In un ambiente caratterizzato dalla presenza di colossi multinazionali, siamo orgogliosi di continuare a rappresentare il nostro Paese, con tutte le intenzioni di continuare a farlo ancora per lungo tempo!

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Cristina Corrado
Laureata in Lingue alla SSLMIT di Trieste e responsabile export in CRAI, da oltre 10 anni si occupa di event planning, customer care e formazione, con un occhio sempre attento allo scenario internazionale.
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